Lecce

Città di rosoni, ghirigori di pietra, festoni, colonne tortili, archi, piazzette e vicoli inaspettati, la visita a Lecce può iniziare oltrepassando l’arco di Porta Napoli e addentrandosi nel centro storico percorrendo via Palmieri, costellata di palazzi nobiliari, che sfocia al cospetto di piazza Duomo. L’accesso da Porta Rudiae, invece, offre la possibilità di abbandonare i basoli di via Libertini per infilarsi negli antichi e intricati bassi delle Giravolte, quartiere multietnico, oggi come un tempo crogiolo di etnie e culture. La passeggiata potrebbe continuare lasciandosi andare al richiamo di vicoli e piazzette dove il tramonto tinge di rosa la pietra leccese.

Carta, paglia, stracci, colla e malta – questi i materiali poveri che hanno dato vita alla carta pesta leccese, con cui si sono modellati molte statue di Madonne e santi tra il XVII e XVIII secolo. Alcuni dicono che essi erano originariamente un umile passatempo dei barbieri, ma rimane il fatto che la raffinata arte di modellare la cartapesta guadagnò popolarità e numerosi laboratori d’artigianato furono creati. Questi produssero per le chiese della città santi dai volti e pose altamente espressivi che venivano mostrati durante le processioni religiose. Oggi la lunga storia della produzione di cartapesta leccese è raccontata al Museo della Cartapesta, nel Castello di Carlo V.
Città di architetti, scalpellini e artisti, Lecce è la città del barocco e dei ricami di pietra.

Soprannominata “la Firenze del sud”, Lecce è il capoluogo del Salento, a soli 12 km dal mare Adriatico. Dalle forti radici messapiche e chiamata Lupiae sotto il dominio romano, la città accoglie con il fasto del suo barocco che fa capolino nei portali dei palazzi e dalle facciate delle tantissime chiese che si snodano lungo le vie racchiuse dalle tre antiche porte di accesso alla città: Porta Rudiae, Porta San Biagio e Porta Napoli.

Denominatore comune dell’esuberanza barocca peculiare della città, è la pietra leccese, tanto morbida e friabile che i maestri scalpellini poterono realizzare ricami raffinatissimi che raggiungono l’apice della bellezza nella facciata della Basilica di Santa Croce per poi continuare nell’abbraccio sacro della spettacolare piazza Duomo dove svetta il campanile e si affacciano il vescovado e il bel palazzo del Seminario.

Forza e imponenza, invece, caratterizzano il suo castello riedificato per ordine di Carlo V su progetto di Gian Giacomo dell’Acaya mentre l’Anfiteatro Romano adiacente la centrale piazza Sant’Oronzo regala un suggestivo affaccio sulla storia che ha attraversato la città.