Pompei, nuove scoperte

Pompei, la città antica distrutta nel 79 AC, da una terribile eruzione del vulcano, ancora oggi a distanza di 2000 anni, ci meraviglia  riportando alla luce pezzi di vita sepolti sotto 2 mt di cenere e lapilli.

Nonostante il periodo di chiusura, gli scavi degli archeologi non si sono mai fermati a Pompei e il mese scorso hanno permesso di recuperare i resti di due uomini che sembrano essere il ricco proprietario della villa dove si stavano effettuando gli scavi, e il suo servo.

I due corpi sono stati recuperati grazie al metodo dei calchi di gesso dell’archeologo italiano Giuseppe Fiorelli (1863), ulteriormente perfezionato con la tecnologia moderna. 

Le due vittime sono in posizione supina, sorprese dalla morte durante la cosiddetta seconda corrente piroclastica, che nelle prime ore del mattino del 25 ottobre investì Pompei. Questa seconda corrente era stata preceduta da una fase di breve quiete, forse di una mezz’ora, durante la quale i sopravvissuti uscirono dalle abitazioni nel vano tentativo di salvarsi.
La seconda corrente piroclastica fu però molto veloce, sorprendendo le vittime mentre fuggivano, portandoli alla morte. 

Il primo corpo ritrovato, con il capo reclinato, denti e ossa del cranio visibili, dai primi studi sembra essere un giovane, fra i 18 e i 25 anni. La conformazione delle ossa, fa pensare che poteva essere uno schiavo. E’ ben visibile dal calco, il panneggio di una tunica corta. 

Il secondo corpo, più robusto e anziano, dovrebbe essere tra i 30 e i 40 anni. Sono chiari il mento i denti e il naso e le ossa del cranio, le braccia piegate sul petto e le gambe divaricate, una tunica più lunga e drappeggiata.

I due uomini sono stati ritrovati vestiti con abiti di lana, a conferma del fatto che l’eruzione sia avvenuta realmente nell’Ottobre del 79 e non ad Agosto come si è sempre pensato.

L’evento dell’eruzione del Vesuvio è infatti arrivata fino ai nostri giorni attraverso il  racconto scritto di un testimone oculare: il magistrato romano Plinio il Giovane. A chiusura, il testo riportava come data del fatto il 24 Agosto del 79. Ma gli ultimi ritrovamenti e i nuovi studi ci fanno pensare che quella data sia stata un errore di trascrizione. 

Nel mondo tutti hanno sentito parlare almeno una volta di Pompei, ma nessuno immagina che sia una città ancora viva e in continuo cambiamento poiché la sua storia non è stata ancora scritta tutta: ogni nuova scoperta ci permette di leggere la sua storia sotto una diversa prospettiva, aggiungendo sempre nuovi dettagli.

Pompei resta una città del passato che vive nel futuro.